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Food Mood. Il successo di interesse e partecipazione al concorso fotografico per le scuole promosso


Il concorso, rivolto a fotografi non professionisti, ha coinvolto un centinaio di ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori del territorio canavesano, che hanno saputo raccogliere nei loro scatti, con schiettezza e semplicità, interessanti riflessioni sul tema. Diversi soci rotariani hanno anche partecipato al concorso.

Attraverso il linguaggio fotografico, si è voluto trasportare i giovani partecipanti in un gioco, alla scoperta del rapporto tra noi stessi e il cibo, inteso come momento d’incontro e convivialità: nutrirsi non è, infatti, soltanto un atto quotidiano, ma anche un rituale comunitario, un’occasione di conversazione e condivisione.

Obiettivo del concorso è stato quindi affrontare, attraverso le immagini, il rapporto tra l’alimentazione e le dimensioni di uno sviluppo accettabile dal punto di vista ambientale, sociale, economico e volto ad una riduzione degli sprechi.

L’intervento di Elena Datrino, anima della giuria del concorso, alla premiazione nella sala consigliare del Comune di Rivarolo Canavese.

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Ringrazio Valentina Bausano e tutto lo staff di Areacreativa42 per avermi coinvolto in questa importante iniziativa che propone un tema sempre attuale, da cui possono e devono scaturire riflessioni infinite e necessarie.

Grazie a Valentina Bausano e ad Emilio Champagne per avermi fatto conoscere l’ Archivio Audiovisivo Canavesano, un piccolo tesoro della memoria del nostro territorio.

Dalle fotografie dell’ Archivio emerge il senso più profondo del tema : è una questione di collettività. Dalla necessità e dalla fatica di procurarsi il cibo, al lavoro corale per coltivarlo, cucinarlo e distribuirlo, alla bellezza della condivisione : il cibo è felicità, conoscenza e scambio.

Emerge una particolare attenzione ai luoghi di condivisione. Le mense, le tavolate nelle cascine, i mercati, la natura, dalla vigna alla montagna : il cibo è spazio.

In merito alle fotografie presentate al concorso, al di là dei profondi contenuti emersi, vorrei soffermarmi sul loro linguaggio visivo.

Le immagini sono risultate un intreccio di riferimenti, che spaziano dall’ iconografia pittorica alla rivisitazione di fotografie ormai entrate più o meno coscientemente nell’ immaginario collettivo. Questo dimostra quanto l’ arte in generale, o meglio, l’ espressione artistica sia parte integrante del nostro modo di pensare, elaborare concetti e comunicare. Ho sempre considerato la conoscenza dell’ arte un punto di partenza ma anche di fine verso una consapevolezza esistenziale, uno strumento per crearsi un’opinione sulle cose, imparandole senza soggezione.

Nei ragazzi è insito questo approccio spontaneo : hanno riflettuto, giocato, espresso punti di vista profondi.

Di seguito una breve analisi delle opere vincitrici e segnalate per categoria, dove suggerisco i riferimenti che ho colto, rifacendomi a grandi nomi dell’arte e della fotografia. Vorrei che questa esperienza diventasse l’ occasione per confrontarsi con opere celebri, per conoscere importantissimi autori in una libera carrellata sul nostro tempo ed epoche passate e per riconoscere quanto ci appartengano i loro insegnamenti.

Categoria Scuole Superiori di secondo grado - smartphone

Le fotografie “Briciole” di Serena Brondolo, “Viaggio in Perù, mercato di Trujillo” di Sofia Battuello e “Fame di solidarietà” di Jacopo Anselmetti fanno parte del mondo della Street Photography, un linguaggio così potente e diffuso ai giorni nostri da essere considerato non più un ramo del Reportage, ma un genere a sé, tutto giocato su velocità e immediatezza della scena. Uno degli autori del genere più amati dal pubblico giovanile attualmente è Boogie, un fotografo di origine serba, con base a New York, che ho personalmente conosciuto. Nel suo bianco e nero convivono forza, poesia e paura, come a richiamare in ogni scatto e senza sosta le tragiche condizioni di guerra del suo paese natale.

La fotografia “Sweety, gooey junk food” di Cristina Chiono ci propone una riflessione sui mondi artificiali legati a quello naturale della produzione e del consumismo alimentare. Come non pensare all’ irriverente e geniale David La Chapelle, il maestro contemporaneo che dai primi lavori di ritratto e reportage ha perseguito nelle realizzazione di vere opere scenografiche, diventando regista di immagini complesse e ricchissime dai tratti pop e post moderni.

Categoria Scuole Superiori di secondo grado - macchina fotografica

Le fotografie “Non c’è una seconda mela” di Simone Ceresa Giaudo e Arianna Pizzin e “Primo, secondo e terzo mondo “ di Alberto Marchetto richiamano il surrealismo di Renè Magritte e pongono particolare attenzione al gusto della composizione. Mi hanno ricordato il più Magrittiano dei fotografi, Gilbert Garcin, che con espedienti visivi quali trucchi e illusioni ottiche lavora sul significato simbolico e metaforico dell’immagine, spingendoci a riflettere oltre la rappresentazione.

L’ immagine “Risveglio” di Jessica Giovando propone un approccio intimo alla fotografia, mettendo in scena la relazione psicologica tra cibo e noi stessi in una chiave molto personale. Il rimando è immediato alla poetessa dell’autoritratto (NON selfie), Francesca Woodman, che con la sua drammatica intensità ha moltiplicato i significati del fotografarsi, restituendo alla macchina fotografica il ruolo di investigatrice dell’inconscio.

Categoria Scuole Superiori di primo grado - smartphone

La fotografia “Salute in tavola” di Irene Dalla Pozza spicca per la gentilezza della composizione, il senso cromatico e l’originalità del punto di vista. Ha richiamato nella mia memoria i primi lavori di Cindy Sherman, ad oggi la più quotata fotografa del mondo, famosa per la sua ricerca nell’ambito del ritratto concettuale. Le sue prime immagini erano semplici studi di design, proprio concentrati su composizioni di tavole da pranzo e studi cromatici.

La fotografia “Ecchecavolo” di Michela Lorenzo e Lorenzo Zana è il rimando ironico al lavoro “La mano dell’uomo” di Sebastiao Salgado (oggi considerato il fotografo vivente più importante in assoluto), che ha immortalato per anni i raccoglitori di caffè nel Sud America, per poi proseguire con la creazione dell’opera monumentale Genesi, un immenso lavoro su popolazioni e luoghi incontaminati del nostro pianeta.

La fotografia “L’ospite” di Melissa Noascone è un accenno al paradosso del quotidiano celebrato da Martin Parr, da sempre attento alla difficoltà di comunicazione della nostra società e critico dei fenomeni di massa legati al consumismo.

Categoria Scuole Superiori di primo grado - macchina fotografica

Le fotografie della IIIB della Scuola Saudino di Vico rappresentano l’ approccio gioioso e istruttivo alla storia dell’arte. I ragazzi si sono ispirati ai Maestri Leonardo, Van Gogh, Manet e Caravaggio, il “primo vero fotografo” della storia, il primo artista che ha rappresentato L’ ISTANTE decisivo, come ci ha insegnato Henri Cartier-Bresson, il pioniere del fotogiornalismo.

Concludo con la fotografia “Paese che vai, cibo che trovi” realizzata dalla IIID dell’ Istituto Comprensivo G.Gozzano : come non associarla agli arazzi capolavoro di Alighiero Boetti che ha tessuto carte geografiche su planisferi di stoffa e al primo artista concettuale della storia, Marcel Duchamp? Duchamp affermava che “ l’oggetto della realtà e una fotografia possono avere lo stesso significato”. In merito a questo pensiero e a quest’opera cito un proverbio prezioso, che ci ha regalato il geografo Jean Brunhes, riassumendo in una frase tutto il senso di un’intera esperienza umana : “ Mangiare è incorporare un territorio”.

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